Asili Fism: presidi educativi da preservare

Un protocollo condiviso con la Diocesi per far fronte alle difficoltà finanziarie. L’intervento della presidente provinciale Simonetta Rubinato

Si è svolta a fine marzo, l’assemblea generale della Fism Treviso. Molti i temi all’ordine del giorno, che sono stati prima oggetto di dibattito e poi votati all’unanimità. A tenere banco soprattutto i conti, quelli del bilancio della Federazione e quelli delle scuole dell’infanzia associate. L’assemblea ha approvato il consuntivo 2022 che si è chiuso con un utile di circa 3 mila euro. Ed è poi passata all’esame del bilancio di previsione 2023 che – come ha illustrato il tesoriere Giovanni Piasentin – pur vedendo un aumento dei costi dovuti all’inflazione in crescita e all’applicazione del nuovo Contratto nazionale di lavoro, stanzia adeguate risorse per la formazione pedagogica e gestionale e per nuovi progetti di ricerca e sviluppo. All’ordine del giorno dell’assemblea in sede straordinaria il nuovo statuto dell’associazione.

“Ora sarà possibile chiedere alla Regione il riconoscimento della personalità giuridica – spiega la presidente Simonetta Rubinato -. A tal fine si è anche approvata la costituzione in bilancio di un fondo indisponibile di 20 mila euro a garanzia dei creditori”. Il nuovo statuto in particolare ha introdotto, accanto alla tradizionale commissione pedagogico-didattica, una commissione specifica sulle tematiche economico-gestionali, particolarmente necessaria in questo momento storico in cui i bilanci degli enti gestori sono in forte sofferenza a causa degli aumenti dei costi del servizio. E proprio per far fronte alle difficoltà finanziarie, la Fism ha proposto in assemblea anche il Protocollo di sostenibilità, condiviso con le diocesi di Treviso e Vittorio Veneto, per monitorare lo stato di salute delle scuole dell’infanzia paritarie.

“Si tratta di uno strumento – precisa la presidente – di cui la Fism si è dotata per affrontare con consapevolezza e discernimento la situazione di particolare difficoltà che stanno vivendo molte scuole associate, anche nella nostra provincia. Difficoltà che hanno costretto, l’anno scorso, tre di esse a chiudere”. E con il nuovo anno scolastico è ormai certa la chiusura anche della scuola d’infanzia di Visnà. Sono molteplici le ragioni che stanno alla base della difficile situazione. Da un lato vi è il calo delle iscrizioni a causa della denatalità: se i bambini potenzialmente iscrivibili in provincia erano 28.076 nell’a.s. 2011/12, quest’anno sono stati 19.658 (quasi il 30% un meno) e nel 2024/25 saranno 18.346, quasi il 35% in meno.

A ciò si è aggiunto, dall’anno scorso, un aumento di circa il 30% dei costi del servizio a causa dei rincari energetici, dell’inflazione a due cifre e del (dovuto) rinnovo del Ccnl Fism, che ricadono sui gestori e sulle famiglie per la perdurante inadeguatezza dei contributi pubblici, dovuta alla mancata attuazione sino a oggi della legge n. 62 del 2000 sulla parità. “Con il Protocollo – osserva Simonetta Rubinato – Fism e diocesi condividono la volontà di preservare il patrimonio educativo e sociale costituitosi nelle nostre comunità locali. Garantire per quanto possibile la continuità e capillarità delle nostre scuole – fa notare la presidente – vuole dire tenere in vita delle realtà che rappresentano in alcuni territori l’unico presidio sociale e educativo per le famiglie. La chiusura di una scuola, insomma, deve essere vista come l’extrema ratio”.

A tal fine si prevede la costituzione di un Tavolo permanente di collaborazione tra Fism Treviso e Ordinari diocesani (in quanto la maggior parte delle scuole associate sono gestite dalle parrocchie) per attivare una serie di strumenti e parametri per mapparne lo “stato di salute”. Sulla base degli esiti del monitoraggio saranno quindi condivise le ipotesi operative.

“Avvieremo anche dei corsi di formazione economico-gestionale e, poiché molte scuole sono in forte perdita, stiamo assistendo i gestori nel rinnovo delle convenzioni comunali, chiedendo ai sindaci di aumentare i contributi per poter garantire la continuità del servizio senza scaricare gli aumenti dei costi sulle famiglie” conclude Rubinato.

Fonte: www.lavitadelpopolo.it

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