“Un tema – ha sottolineato la presidente Simonetta Rubinato – che ho più volte sollevato ma che oggi è di urgente attualità perché se lo Stato sta stanziando in questi anni ingenti risorse per il raggiungimento del 33% dei posti nei servizi per la fascia 0-3 anni, solo in minima parte queste arrivano alle famiglie del nostro territorio, dove appena un terzo dei posti nido sono pubblici. Qui il privato garantisce il 64% dell’offerta, come attesta l’ultimo Report Istat, ma allo stesso è destinato appena il 5% delle risorse assegnate ai Comuni per garantire il livello essenziale delle prestazioni richiesto agli stessi dalla legge. Se chi ci governa continua a ignorare il grande valore rappresentato, anche sul piano del risparmio di spesa per le casse pubbliche e per gli utenti dal nostro sistema, si rischia di mettere a repentaglio oltre alla sua sopravvivenza il raggiungimento nella nostra regione degli obiettivi europei del servizio pubblico della scuola dell’infanzia e dell’asilo nido (ovvero la copertura per la prima del 96% e per il secondo del 33% della domanda)”.
E ciò nonostante i 3.200 euro di minor spesa pubblica a bambino per i servizi 0-36 mesi in provincia di Treviso garantiti dalle strutture: il costo medio annuo da fabbisogni standard per un posto nido comunale è infatti pari a 9.200 euro, mentre nelle strutture associate a Fism esso si abbassa a circa 6.000 euro. E’ quello che la presidente Rubinato ha definito il “bonus Fism”, a vantaggio di famiglie e contribuenti, “che potrebbe però venir meno se il legislatore non porrà presto mano, oltre che alle disuguaglianze evidenti in Italia tra CentroNord e Sud, anche a quelle nascoste esistenti tra CentroSud e regioni come Veneto e Lombardia, dove i territori sono penalizzati nella distribuzione delle risorse perché il privato sociale si è fatto carico di rispondere ai bisogni prima del pubblico” avverte la Rubinato.
Da parte sua Fism Treviso dimostra con i numeri del bilancio consuntivo come si possa garantire la solidità finanziaria (chiusura dei conti con un utile di 68 mila euro) insieme ad un’offerta di servizi alle scuole associate cresciuta in questi anni sia sul piano delle convenzioni con i Comuni, sia sul fronte della formazione del personale, che, per bocca del coordinatore pedagogico Francis Contessotto, rappresenta un fiore all’occhiello a livello nazionale.
“E anche per il 2025 – ha spiegato il tesoriere Giovanni Piasentin – manteremo lo standard di servizi offerti ai nostri associati senza aumentare le quote associative, ma con un’attenta politica di spending review e facendo fronte a costi straordinari con ricavi straordinari”. Come, ad esempio, il contributo erogato da Banca Terre Venete e i finanziamenti ottenuti da Fonder. Di qui l’impegno di Fism Treviso con la partecipazione al bando regionale “I primi 1.000 giorni”, con la formazione a sostegno della genitorialità nella prospettiva del comparenting, con la promozione dell’alleanza tra le diverse generazioni, con il sostegno all’inclusione.
Sono tante le iniziative formative in campo, avvalendosi di relatori di prim’ordine, in particolare grazie alla collaborazione con l’Università del Sacro Cuore di Milano “Perché – ha concluso Contessotto – la sostenibilità gestionale delle nostre scuole è inscindibile dalla significatività del loro modello educativo”.
L’assemblea ha approvato all’unanimità il consuntivo 2024 e il previsionale 2025. Inoltre ha autorizzato la Presidente a sottoporre alla Federazione Nazionale la proposta di un codice di condotta per il personale dipendente delle scuole e dei servizi integrativi per gli opportuni controlli al fine di elaborare uno strumento utile a tutte le istituzioni scolastiche associate alla Fism.