Treviso, laboratorio artigianale di dialogo tra religioni diverse 

Nonostante nelle scuole dell’infanzia statali trevigiane ci siano, a causa del calo demografico, dei posti liberi, sono numerose le famiglie di stranieri che affidano i lori figli agli asili paritari della Fism di Treviso. “Si fanno carico del costo della retta, ma scelgono le nostre scuole – spiega Simonetta Rubinato, presidente della federazione che rappresenta ben 205 istituti – perché credono in un progetto di educazione integrale. Una presenza quella dei bambini stranieri in crescita, a cui siamo chiamati a dare una risposta attrezzandoci perché non intendiamo recedere dalla nostra opera educativa, né rinunciare alla nostra identità di scuola di ispirazione cristiana, ma vogliamo leggere la realtà del nostro tempo, facendo i conti con esigenze, generazioni e modelli educativi diversi da quelli a cui si era abituati fino a un passato anche recente”.

Culture e religioni è stato proprio il tema del 52^ convegno di studio promosso dalla Fism trevigiana che ha visto la partecipazione di circa 900 insegnanti riunite nella filanda di Santa Lucia di Piave. Molte le autorità che hanno voluto essere presenti a questo importante momento di riflessione, oltre al sindaco Fiorenzo Fantinel, l’on. Marina Marchetto Aliprandi, la presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 2, Paola Roma, numerosi assessori dei comuni trevigiani, il presidente della Fism Veneto, Stefano Cecchin e altri esponenti Fism di altre province. A portare il saluto anche il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Riccardo Battocchio (“come cristiani – ha detto rivolgendosi alle maestre – abbiamo un dono da gustare e condividere con gli altri, di qualsiasi religione siano, costruendo relazioni pacifiche e voi avete una missione speciale in tal senso”) e la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Barbara Sardella (in questa sfida scuole paritarie e scuole statali devono lavorare unite perché inclusione e integrazione sono valori universali”). 

Il nuovo anno scolastico che si è da poco aperto vede 15.007 bambini trevigiani frequentare le scuole Fism, dall’infanzia al nido per finire con le sezioni primavera. Di questi 1.693 sono stranieri, con una percentuale che supera l’11 per cento. Una media superata abbondantemente da alcuni comuni come Cornuda (51%), Mansuè (40%) San Paolo di Piave (38%). Diversi i culti presenti: dal cristianesimo 46% (24% cattolici, 22% ortodossi) all’Islam 34%, con presenze minoritarie come Induismo, Buddismo e Testimoni di Geova. 

“Treviso, come altre diocesi del Veneto e del Nord sono un laboratorio artigianale dove si fa esperienza concreta di dialogo interculturale e interreligioso. La scuola – ha sottolineato don Mario Della Giovanna, assistente ecclesiastico Fism – ha il compito di sostenere attivamente l’interazione degli alunni e la loro integrazione, attraverso la conoscenza della nostra e delle altre culture, in un confronto che non elude questioni quali le convenzioni religiose”. Di dialogo ha parlato anche don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei: “E’ nel dialogo che il cristiano si rivela agli altri, entrare in dialogo con gli altri è l’essenza della missione della Chiesa. Il confronto con altre culture e religioni, per una scuola cristiana non è una grana, ma una prospettiva in cui sentirsi pienamente realizzati”.